Capitolo 2
Gli anni delle anime pure.
Le estati si susseguirono rapide come i vagoni di quel lungo
treno che quasi li aveva uccisi.
Ralph e Jack crescevano come anime pure in un mondo così
sporco da lordare le ali degli angeli.
La loro amicizia era legata da un indissolubile filo, duro
come il più resistente dei metalli, niente avrebbe potuto reciderlo.
La scuola diventava sempre più piccola, così i banche e le sedie, mentre loro stessi e le loro
anime crescevano nell’assoluta indifferenza della gente, spiriti liberi, non
curanti di nulla e nessuno.
Il loro mondo era anni luce di distanza da quel piccolo
pianeta su cui il resto delle persone trascorreva la propria esistenza, il loro
mondo era dentro di loro.
Le scuole medie le trascorsero in differenti istituti, ma
poco importava, i centimetri di muro, le ore di lezione e le strade che li
separavano erano solo una lunga attesa prima della campanella.
Jack benché avesse una famiglia con problemi difficili da
comprendere, soprattutto per un bambino di quell’età, era riuscito a mettersi a
pari con gli studi ed in questo Ralph aveva di che vantarsi, poiché si era
sempre reso disponibile e soprattutto utile nell’aiutarlo con i compiti e le
lezioni. Fu una piccola ancora di salvezza, del resto questo fanno gli amici,
altrimenti a cosa servono.
Jack dal canto suo ripagò il suo amico portandolo a
conoscenza di talune cose che nel mondo sono degne di essere svelate, una su
tutte la musica e la passione.
Già la passione per un qualcosa di così grande che possa farti
sognare di essere qualcun altro, in un qualsiasi altro posto che non sia qui.
La passione che cresceva in Jack era grande, così come
grande era la curiosità che Ralph aveva.
Una curiosità che lo spingeva a seguire Jack nelle sue
letture e nei suoi ascolti.
La piccola radio che risuonava sotto il portico riusciva
sempre a farli sognare, e si immaginavano re del rock, sopra un palcoscenico,
con in mano una bianca chitarra e la gente sotto il palco che gridava per loro,
ed il manico di scopa ora era l’asta di un microfono, ora il manico di una
stratocaster.
L’ultima estate passata da ragazzini fu la più rapida a
scorrere, i primi timidi peli sul petto e quell’incalzante richiamo della
natura che si chiama pubertà li facevano fremere di conoscere l’altra parte del
mondo, quella che porta le gonne colorate e i calzini a fiorellini.
Arrivò presto settembre, il caldo era ancora lì, come sempre
a circondare ogni cosa, a sollevare la polvere, a seccare le labbra.
Ralph quella mattina prese il motorino che gli era stato
regalato per la promozione all’esame di giugno.
Non aveva ancora l’età giusta, l’obbligo era di usarlo solo
intorno a casa, ma Ralph con molta attenzione si arrischiava di guidare lungo
le strade di campagna fino in città, evitando di incappare nella legge, per
andarsi a comprare un gelato, un giornale a fumetti o andare ad ascoltare la
radio insieme a Jack.
Quella mattina arrivò fino al cortile della scuola, nessuno
lo guardava, in pochi lo conoscevano, la scuola era nuova, così come quelli che
sarebbero stati i suoi futuri compagni.
Ralph si ritrovò in piedi,con lo zaino appoggiato ai piedi,
guardandosi intorno, curioso, stupito.
Con lo sguardo severo e curioso scrutava i volti, i capelli, le calze a pois e quelle gonne un
po’ più corte dell’anno prima e quelle gambe che da esili, ora avevano preso un
po’ forma e gli scatenavano stranamente un certo subbuglio nello stomaco.
Jack arrivò di soppiatto, quasi di nascosto, teneva un
profilo basso, distante, lo zaino tra le mani, quasi trascinato per terra, come
se il peso fosse troppo da portare, non sulle spalle, ma nel cuore.
A Jack non piaceva la scuola, non gli era mai piaciuta, Jack
voleva vivere la propria vita secondo i suoi valori, secondo i suoi desideri,
cavalcando quei sogni che forse un giorno lo avrebbero portato lontano da quel
piccolo mondo che già allora gli stava stretto come i pantaloncini blu che
indossava sopra un paio di scarpe da tennis vissute.
Ralph sorrise, alzò il braccio e salutò il suo amico,
sollevò lo zaino sulle spalle e gli si fece incontro. Un mesto saluto, colmo di rassegnazione uscì dalle labbra di
Jack.
“Dai ragazzo, ci divertiremo” rispose Ralph mettendogli un
braccio attorno al collo.
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Vortice di pensieri. Massimo Ginestri ©
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